>>SCRITTI DI-VERSI
a cura di Nicoletta Buonapace
Scritti improvvisi, schegge, frammenti sottratti al silenzio o al rumore di fondo del chiacchiericcio quotidiano
NEL SALE DELLA NOTTE
Sguardi incrociati tra poesia e polis
E non ho mai saputo dire dove nasce una parola
ma seguirla questo sì risalendo correnti d'ombra
ll profondo blu d’un paesaggio immerso nella notte, illuminato da una luna fredda e distante, nel quale si percepisce tuttavia la presenza della dimensione umana e di un silenzio nel quale la parola può risuonare, creando forse possibili prossimità. L’altra presenza, che mi è molto cara, è Lea Melandri, che mi ha fatto dono dell’appassionata lettura presente nel libro “E’ questa interezza ritrovata che dà sensi, brividi, eccitazione, calore e colore alla parola, che stinge il confine tra mondi diversi…”..
Si specchiano su carte d’acqua
dopo il temporale gli anni
una guerriglia
tra ombre
voci
vite recise
grappoli d’uva
ancora non maturi
e un ricostruire case
da scosse di furia
Dietro gli scuri
s’indovinano
riti di speranza
un disordine di pianto
Passi incespicano
tra vicoli di casbah
nascosti ai grandi viali
alle chiese
agli alti palazzi
Qui è uno spolverio di luce
e calce nel sole
carezze
gesti
richiami
e ho ricordi
come ali spiegate
m’incendiano di pensieri nella sera
Cos’è infine per noi essere?
Le dita setacciano grani
e forse verità è - appena
un’aritmia dentro il petto
un punto piccolo
nella notte.
….
Mediterraneo mia culla
giocosa azzurrità di vita
nello stupore dell’infanzia
Sogni concrezioni di sensi
madreperla del ricordo
un ondeggiare d’attinia
Vita segreta d’occhi-pesci
volanti-stelle-molluschi
l’anfora spezzata
tra sculture di coralli
L’airone leggero
radente l’onda
era nera ardesia
tra fondali di luce
E all’emergere dei delfini
un’esultanza impregnava
d’aroma salmastro la pelle
tra nuvole di verde azzurro
Ora luttuoso inabissarsi
d’infanzie senza nome
rabbuiate dalla mano
implacabile degl’ingiusti
Straziate di silenzio
di guerra di pianto
di tradite speranze
sul nero arenile
d’un’aliena marea
….
Quale struggente bellezza
nel narciso aperto dal mattino
così lucente la cardatura
della solitudine
bianca
ingarbugliata alle ore
dell’attesa
agli stordimenti
dell’illusione
Chi sono io
in questo arazzo?
Chi mi guarda
dal fondo
d’uno specchio stregato?
I battiti s’inseguono
incespicano
lungo le scale
della speranza
Penso
il mare è una donna
che sogna ritorni
Sarebbe bello
immergersi adesso
nel colore tiepido
dei tuoi occhi
riconoscersi
nell’ordito
di un cantore
di visioni
Ho sul capo
solo un velo
di parole
per vestire
una primavera
di nuvole
e profumi vagabondi
la tenerezza dissidente
del tuo seno
offerto
al mio imperfetto
…
Carte di cenere tra vaghe corrispondenze di futuri
scheggiano mappe di memoria – e incerti ritorni
I giorni racchiudono opacità di gesti - di confini
schiudono la storia e le voci come fiori o nebbie
Si affidano alla scommessa del cielo - un gioco di rune
mentre tra le mani di un cieco vibra la corda di un arco teso
…
Cieche vertigini rapiscono il pensiero
è nero e denso l’accadere del cuore
una sostanza di opaca tenebra
Scrivo parole perché siano scoglio
barriera confine all’ondata oscura
e nella loro materia la luce mi sia
Attraverso un labirinto di sensi
m’infrango nell’indecifrabile essere