>>SCRITTI DI-VERSI
a cura di Nicoletta Buonapace
Scritti improvvisi, schegge, frammenti sottratti al silenzio o al rumore di fondo del chiacchiericcio quotidiano
2/2015
sogno libertà
una raccolta poetica di Nicoletta Buonapace
per iniziare


C'è una lingua profonda che s'intona al nostro essere e che reclama fedeltà a noi stesse/i, una parola "veritiera" di ciò che siamo. E c'è una lingua della quotidianità, spesso "logora", "usurata", che definisce le cose e il mondo secondo il senso comune e che inconsapevolmente c'irrigidisce in una specie di gabbia mentale ed emotiva. Non è solo questione di linguaggio. Con la parola impariamo anche i comportamenti, i ruoli, i significati che diamo alle cose, insieme alle consuetudini, spesso ai pregiudizi.
Cosa accade quando questa lingua che ci tramanda il mondo come abbiamo imparato a interpretarlo, entra in conflitto con il mondo che portiamo dentro di noi, con la nostra esperienza, con i nostri sentimenti? Gli amori, le emozioni, i pensieri, i corpi, non previsti da una cultura basata sulla conformità obbligatoria all’eterosessualità, ai generi biologicamente dati, ai ruoli ad essi assegnati , chiedono parola, nome, all’interno di una narrazione altra, perché essi possano acquistare esistenza, voce, significato in un mondo che non li contempla.
Adolescenza - canicola d’età
l’impetuosa nascita d’un desiderio
ribelle fiorisce - mai ancora pensata
una solitudine che s’inarca bianca
rosa del sangue ardente
un sognare intriso di maree
carezze incerte - dita di luna
incanto di stranito stupore
e radici di silenzio comuni alla terra
inestinguibile una sete di rivelazione
bocca di respiri sgranati come frutto
e il cielo impigliato in un lungo brivido.
Illuminarsi di lei dei suoi sguardi
stupore d'una stagione d'azzardi
mormorare di sotterranei torrenti
sorgenti universi di segni memorie
destarsi al dolere del desiderio
gemme di passione incoronano la fronte
fioriscono di lucente avventatezza
ed è un vagare tra strade fiammeggianti
ogni strada e piazza allacciate
tra sipari di danze dischiuse dal buio
guardare cadere nel vento fotografie
polveri di macerie stanchi mattini
mani veggenti immerse in fondali di sensi
inseguono i segreti sentieri del suo corpo
di battiti cellule respiri l'assoluto sconfinare
non più mente materia suono silenzio
ragione follia terrore di pace di guerra
sgretolarsi di solitudini nelle trincee del cervello
forza nascente dalla scelta d'un bacio
dalla radice delle carezze fino all'alto cielo
Follia è questo tempo armato
e scuro che si getta nell’arteria
del vivere tra confusi stridori
Corpi s’infrangono sui quadranti
d’un’ora violenta senza un suono
scoccata da maschere d’impotenti
Poi sorprendo il gesto d’una donna
fiorire nel giardino della memoria
restituire il soffio alla parola
e in questo vivere e sopravvivere
disperdere in fondo al mare
la notte di chi sceglie dimora la morte.