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rivista di cultura
>>SCRITTI DI-VERSI 

a cura di Nicoletta Buonapace

Scritti improvvisi, schegge, frammenti sottratti al silenzio o al rumore di fondo del chiacchiericcio quotidiano

Si potrebbe pensare, dopo la lettura dell'articolo sul tema "Gender", uscito il 10 Giugno 2019 sull'Avvenire, in seguito al Documento della Congregazione per l'Educazione Cattolica, che si manifesti un'apertura, riguardo al tema che prende a oggetto la riflessione sul genere. Davvero però  prende in considerazione la pluralità dei soggetti e li accoglie in una modalità di rispetto? Forse c'è "buona volontà" in questo senso, ma attraverso un pensiero che, di fatto, rimane agganciato a pregiudizi. Di base, c'è l'idea che esista un'ideologia gender. Di fatto questo concetto viene articolato in modalità di pensiero diverse a seconda di chi ne tratta. Questo è l'equivoco che non si riesce a scalzare e che viene ribadito. In realtà anche quella cattolica o quella che sta alla base di un certo femminismo potrebbe essere definita una teoria gender; infatti il concetto di "genere" - genere femminile, genere maschile - viene articolato all'interno della società umana, la cui cellula base rimane la famiglia così detta "naturale". Si valorizza il pensiero femminista della differenza sessuale, senza peraltro nominarlo, divulgato con grande consenso delle gerarchie cattoliche. Il genere, con un salto logico, passa da differenza sessuale, biologica (maschio/femmina), a valore fondante del bene sociale.

Sostanzialmente si auspica un'educazione al rispetto, riconoscendo la matrice maschilista di una certa concezione del rapporto uomo/donna, ma un po' all'acqua di rose, senza interrogarsi davvero sulle ragioni che sono alla base della violenza sulle donne e di chi viene vissuto come "diverso". Il sentimento dell'identità non può non appartenere al soggetto nella sua unicità e non si tratta di libertà (questo l'altro grande equivoco). Ma va ben oltre la differenziazione sessuale data dal genere. Su questo si apre uno scenario che spaventa e si preferisce tacere o compatire la "sofferenza dell'indeterminatezza" come fosse una disabilità. La riflessione sì arresta come sull'orlo di un baratro, ma lo spavento o il turbamento andrebbero interrogati piuttosto che rimossi e visti ancora una volta come un paradosso ideologico. Quello che il pensiero riguardante la costruzione sociale del genere mette al centro sono infatti le vite e non un concetto astratto e nello stesso tempo estremamente riduttivo come la differenza xy/xx.

Cos'è un pensiero?

Di quale sostanza
respiro
suono
lampo

Cos'è un pensiero?

Di quale sostanza
respiro
suono
lampo
o stordimento

Di quale perdita
o aggiunta
nel conto dei giorni
sepolto tra i morti
o di bellezza
vivente

Quanto
di vuoto
o di troppo pieno
acqua
sulla sabbia
o vento
sulla roccia

Quanto di 
mattoni a muro
calce
cemento tra i denti

Quanto davvero
di linfa
o sedimento
di buio

Ricordo me bambina
di luce all'alba
e il sussurro
lieve
nel silenzio

Dal frutto
riconoscerai
il seme

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