>>SCRITTI DI-VERSI
a cura di Nicoletta Buonapace
Scritti improvvisi, schegge, frammenti sottratti al silenzio o al rumore di fondo del chiacchiericcio quotidiano
6/2016
Gegenosse - Compagni di viaggio
La rabbia è carica di sapere ed energia, disse A. Lorde a una conferenza femminista nel 1981. Di quale sapere, di quale energia parlava? Di quel sapere che deriva dalla consapevolezza dell’oppressione, dell’energia che nasce dalla trasformazione del dolore e che, una volta liberata, si mobilita per il cambiamento. La rabbia dunque come risposta all’ingiustizia, al pregiudizio, all’ipocrisia, al political correctness, attraverso l’espressione di una parola che nasce da un sentire non separato dal resto del mondo; uscita dal silenzio, denuncia, esercizio del pensiero, per una parola che si fa gesto politico. Qui, un testo che mi è stato suggerito dalla riflessione sul tema e alla quale chiamo altr* che vorranno parteciparvi, seguiti da alcuni testi di coloro che, come compagni molto più grandi, mi hanno accompagnato in quel viaggio mai terminato che è crescere, interrogarsi, cercare. danno spazio e suono all’ombra, a una bellezza effimera e nello stesso tempo essenziale. Una sapere interno che vibra in muto accordo col mondo naturale. Il lavoro difficile del fare e disfare l’ovvietà, tra strade lastricate di domande. La fondamentale vulnerabilità, gratuità del desiderio, che sovverte ipocrisie e false morali, per affermare una gioia ribelle.
La posizione di singolarità, di marginalità, di centralità dell’esperienza sensibile, individuale, si muove in un territorio indeterminato e quando diviene poesia, ci spiazza, ci interroga, ci stupisce svelando i vuoti, le fratture, le incoerenze di mondi che normalmente consideriamo integri, rassicuranti, certi.
mi guardo mi specchio – nel gelo del ghiaccio
non sono - più non sono -
cos’ero - rosa sbiancata dal mare
faccia di malumori - schiaffi - carezze
faccia di bronzo - faccia di spigoli -
o albero d’aria – e niente radici - io no - non sono
non sono specchio - ferita - taglio – principio
piuttosto la stranita presenza d’un imprevisto
ma ho ricordi come biglie - tutte nelle mani - oh come giocavo
come correvo - come saltavo - le cadute – anche quelle
un cadere ribelle - mille e mille stelle bucavano
il cielo - un cielo tutto blu - una notte da impazzire
sopra i tetti - sui davanzali - sulle terrazze
così in alto a girare e girare girare – mulinare
d’ali di bambina - di estasi celesti
per tutte quelle stelle per tutto quell’amore
che girava intorno e giravo e aprivo le braccia
in faccia alla notte scintillante – così profondamente buona
che ne sapevo di non poter essere - io - non essere
oh quanti battiti contavo - uno per ogni sogno
uno per ogni amore - uno per ogni parola
e muri di case da scarabocchiare sgretolare
e nero fumo di sigarette - lacrime negli occhi
e voler essere e non poter essere
allora essere fumo negli occhi - allora essere rumore
suono di cembali contro ferro - pensiero contro idiozia
dubbio contro certezza - pietra contro forbice
fuoco contro carta - la mano sempre aperta
ad agguantare il fiore - fiore della mia vita carica di luce
carica di notti - di tutto il buio - di un giallo sole sbocciato
di sogni e lune accerchiate - di pazze innamorate scelte
oh profeta del nulla - non sono non sono il tuo vuoto
il tuo diario di fallimenti - la mappa del tuo peccare
ho dentro nuvole di rabbia cariche di pioggia
per scrosciare sui deserti delle più oscure solitudini
non ho devozione per la morte né segno confini sulla terra ch’è di tutti
ho strategie d’amore - dipingo con dita di nero fango la guancia
ed è bellezza di make up - perfetta d’imperfetto
la mia storia s’infiltra nella terra – scorre sotto il ghiaccio
rompe la brina a primavera – fiorisce nel rosso del mio sangue
Nicoletta Buonapace
Audre Lorde
Black Mother Woman
I cannot recall you gentle
yet through your heavy love
I have become
an image of your once delicate flesh
split with deceitful longings.
When strangers come and compliment me
your aged spirit takes a bow
jingling with pride
but once you hid that secret
in the center of furies
hanging me
with deep breasts and wiry hair
with your own split flesh
and long suffering eyes
buried in myths of little worth.
But I have peeled away your anger
down to the core of love
and look mother
I Am
a dark temple where your true spirit rises
beautiful
and tough as chestnut
stanchion against your nightmare of weakness
and if my eyes conceal
a squadron of conflicting rebellions
I learned from you
to define myself
through your denials.
Donna Madre Nera
Non riesco a ricordarti dolce
eppure attraverso il tuo pesante amore
sono diventata
immagine della tua carne un tempo delicata
spaccata da falsi desideri.
Quando sconosciuti si avvicinano per complimentarsi
Il tuo spirito antico fa un inchino
e tintinna per l’orgoglio
ma una volta nascondevi quel segreto
al centro delle furie
soffocandomi
con seni profondi e capelli come fil di ferro
con la tua carne spaccata
e occhi a lungo sofferenti
seppelliti in miti di scarso valore.
Ma ho sbucciato la tua rabbia
giù fino al nocciolo dell’amore
e guarda madre
Io Sono
un tempio oscuro dove si innalza il tuo vero spirito
bella
e dura come castagno
puntello al tuo incubo di debolezza
e se i miei occhi nascondono
uno squadrone di ribellioni in conflitto
ho imparato da te
a definire me stessa
attraverso i tuoi rifiuti.
Traduzione di Maria Micaela Coppola
Amelia Rosselli
Contiamo infiniti cadaveri. Siamo l’ultima specie umana.
Siamo il cadavere che flotta putrefatto su della sua passione!
La calma non mi nutriva il solleone era il mio desiderio.
Il mio pio desiderio era di vincere la battaglia, il male,
la tristezza, le fandonie, l’incoscienza, la pluralità
dei mali le fandonie le incoscienze le somministrazioni
d’ogni male, d’ogni bene, d’ogni battaglia, d’ogni dovere
d’ogni fandonia: la crudeltà a parte il gioco riposto attraverso
il filtro dell’incoscienza. Amore amore che cadi e giaci
supino la tua stella è la mia dimora.
Caduta sulla linea di battaglia. La bontà era un ritornello
che non mi fregava ma ero fregata da essa! La linea della
demarcazione tra poveri e ricchi.
Pier Paolo Pasolini
Alla mia nazione
Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.
La religione del mio tempo
Patrizia Cavalli
Ma davvero per uscire di prigione
Bisogna conoscere il legno della porta,
la lega delle sbarre, stabilire l’esatta
gradazione del colore? A diventare
così grandi esperti, si corre il rischio
che poi ci si affezioni. Se vuoi uscire
davvero di prigione, esci subito,
magari con la voce, diventa una canzone.
L’io singolare proprio mio
Allen Ginsberg
Esorcismo al pentagono
“Niente tasse senza rappresentanza”
Chi rappresenta il mio corpo al Pentagono? Chi spende
i miliardi del mio spirito per la produzione di guerra? Chi
impone alla maggioranza di esultare restia nel Ruggito della Bomba?
Lavaggio mentale! Paura-mente! Linguaggio del Governatore!
Complesso Industrial-Militare! Linguaggio del Presidente!
Voci di Società ciarlano e reti elettriche costruendo
Dolore-corpo, atassia chimica, schiavitù fisica
Per l’occhio-Cosmico Cinese diafanoide Tirannia Militare isterismo
Del cinema – pagare le mie tasse? Nessun Westmoreland vuole
essere il Diavolo, altri muoiono per il suo Potere Generale
che mantiene milioni di feriti in residenze controllate
sintonizzando con le immagini TV un universo staccato dove
mascolinità contadine bruciano in villaggi di foresta visti in bianco
& nero – rappresentate anche meno di me dagli executives
che maneggiano l’Informazione Magica degli scienziati di materia
della banca di Rockefeller del telefono di guerra Agenzia Usura
in jet dalla McDonnell Douglas alla General Dynamics
in città senza alberi velate-smog rumorose metallo
pattugliate da radio paura con gas lacrimogeno, uomo d’affari!
Vai a spendere i tuoi splendidi miliardi per questa sofferenza!
Pentagono svegliati dal sonno del pianeta! Apokatastasi!
Spirito Santo Danza Spirito Santo Danza! Trasforma
Lo scheletro del Pentagono in tempio di vergine O Fantasma
Guevara! Om Raksa Raksa Hum Hum Hum Phat Svaha!
Collera Controlla il Caos temuto dal tuo Io, soffocamento
Mente-corpo in Campidogli cantinati da sentinelle di pietra radar!
Via! Via! Via! Pentagono macchina-Mente Centrale rovescia
La coscienza! Allucinazione manifestati! Un milione di Americhe
Fissano dal Pentacolo nudo dell’uomo spirito! Magnanima
Nazione per segnalare Pechino, isolati esseri-Spazio!
Milano, 29 settembre 1967
Notizie del Pianeta
Traduzione di Fernanda Pivano