…”per i giornalisti noi trans non abbiamo il cognome, solo il nome”…
Cosa succede, dal punto di vista sociale, se la persona con cui sei fidanzata a un certo punto decide di “cambiare sesso”, meglio detto identità di genere? Succede che, se eravate una coppia eterosessuale diventate all’improvviso una coppia omosessuale, oppure viceversa. Succede che la gente per strada cambi atteggiamento, che amiche e amici abbiano qualcosa da dire in merito, che la persona che ami cambierà parecchio. Insomma tutto cambia tranne te, che però d’ufficio ti trovi spostata di categoria, pur essendo la stessa persona che eri fino al giorno prima.
Nella giovane e densa vita di Ilenia, attivista e protagonista di Trans. Storie di ragazze XY, questa é una delle tante cose accadute, una di quelle mille “piccole cose” non proprio lineari che accadono nelle vite delle persone lgbt e che perlopiù passano sotto silenzio, considerate anche da noi stessi soltanto una stranezza fra le tante che caratterizzano le nostre vite.
Monica Romano stacca lo sguardo dal fondo opaco e un po’ accidioso su cui molti di noi si sono accomodati e sceglie di non coprire nulla con il silenzio ma, anzi, di nominare tutto, senza acrimonia ma schiettamente, dalle grandi storture sociali ai piccoli gesti sbagliati che costellano le nostre vite private e pubbliche. Ho visto Monica per la prima volta qualche anno fa, a una riunione di movimento. L’ho notata perché, quando ha preso parola, ha fatto un intervento pacato, intelligente, opportuno e sensato. Tutte caratteristiche inedite in quel contesto, particolarmente acceso e ideologico, e anche un atteggiamento strano per una donna trans, per come credevo di conoscerle io. É stata la cartina di tornasole di tutti i miei pregiudizi, che sapevo di avere ma che, prima di incontrare lei, non avevo mai sentito il desiderio di rimuovere.
La sua scrittura é un po’ come lei, semplice ma sedimentata, profonda ma senza giri di parole, gentile ma che non lascia vie di fuga.
…”Il copione della domenica prevedeva poi che, finito di mangiare, mio padre iniziasse a squadrarmi per un tempo interminabile. Sospirando, mi chiedeva: ‘perché ti muovi così?’ E io non capivo la domanda“…
Monica riesuma, con forza e dignità, ricordi comuni a molti di noi: gli anni delle fragilità e del giudizio, i tempi in cui eravamo in balìa del mondo e degli adulti, lo stigma della differenza letta solo come diversitá da una presunta norma, le etichette appiccicate dagli altri ancor prima di aver avuto il tempo di definirci per voce nostra. Spesso abbiamo dovuto fare i conti con queste realtà per anni, prima di imparare a difenderci o in alcuni casi a nasconderci; non cadere nella tentazione di voler soltanto dimenticare richiede coraggio.
…”Quella sera facemmo sesso. Anzi, loro fecero sesso, era sempre così con i maschi eterosessuali. Noi restavamo quasi del tutto vestite per non imbarazzarli. Davamo il massimo piacere in cambio di una carezza“…
Pur essendo un libro che parla quasi esclusivamente di donne, Trans riesce a raccontare benissimo i rapporti fra “i sessi”, dal sogno d’amore di un bacio che ti salverá, fino alla disillusione di scoprire che il principe azzurro non c’è e che gli uomini, nella migliore delle ipotesi, sono solo persone. Nella peggiore si declinano nella loro veste più spietata, quella che mostrano soltanto quando si sentono protetti e liberi di agire la crudeltà, perché certi di avere davanti una preda che non ha possibilità di scelta. E quale miglior soggetto di una donna trans, senza cittadinanza nè protezione sociali, per questi virtuosismi di genere?
Racconta tutto Monica, intensa e veloce, con la memoria e il candore infantili di chi ha vissuto e non ha dimenticato, ma con la solidità di chi non si é fermata lì, ed ha trovato la via per diventare la donna che voleva essere. Riesce così a dare spazio senza imbarazzi al ricordo di insulti e disillusioni, ma anche a speranze e gioie e alla confusione di un’adolescente che vorrebbe soltanto rendersi invisibile perché fa a pugni con lo specchio, e si scontra invece con gli occhi di un mondo implacabile, insistentemente puntati addosso.
…”Pestata, malconcia e dolorante, avrei avuto tutte le ragioni per sentirmi triste quell’estate; invece mi sentivo bene e solo anni dopo ne avrei compreso il motivo: per la prima volta in vita mia avevo avuto la forza di reagire, di alzare la testa, di tentare di difendermi da qualcuno che voleva farmi male. … Potevo smettete di avercela con me stessa e uscite a testa alta: avevo scoperto l’orgoglio“…
Non soltanto ricordi, ma anche riflessioni e conclusioni, c’é spazio per tutte le cose importanti in queste 183 pagine: la politica, i rapporti con le altre, l’importanza dell’associazionismo, i sogni, i rapporti con le amiche, i pregiudizi nel movimento, il problema del lavoro, il femminismo, l’identità. Il coraggio di sottrarsi e di aiutarsi. L’accettazione, la rabbia per le ingiustizie e il dolore subiti, il riconoscimento e la gratitudine per ciò che di buono abbiamo incontrato.
E poi l’orgoglio, la coscienza civile, la dimensione collettiva che ci salverà.
Perché una cosa é certa, quello che possono fare a una, non possono farlo a molte.
Un inno alla sorellanza, alla fine.
Michela Pagarini, giugno 2016