Chi non sa aspettarsi l'impossibile, non lo vedrà mai
Eraclito
Percorso a ostacoli in Italia
per orientamenti sessuali minoritari
di Giuditta Pieti
In una società eteronormata come la nostra, identità di genere e orientamento sessuale sono pesantemente condizionati dal pregiudizio.
E molti scelgono l'invisibilità a fronte dei comportamenti di discriminazione
Perché parlare di LGBTI? Cosa significa questa sigla?
Il dibattito sempre più diffuso sulle problematiche dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale è oggi un segnale di attenzione che non può più essere ignorato. Se ne parla soprattutto quando la cronaca presenta casi estremi e sono soprattutto le giovani vittime a generare sgomento.
Saperne di più e confrontarsi senza pregiudizi permette di comprendere meglio la realtà delle persone omosessuali con cui si vive a contatto e contribuisce a creare un ambiente più consapevole. L’Italia è ormai rimasta il fanalino di coda nel processo di sensibilizzazione sulle tematiche inerenti il mondo omosessuale.
È ora di proporre un’analisi, una riflessione e un sentire comuni sui comportamenti che possono ostacolare scelte responsabili e consapevoli. Diretta, oltre che a quei giovani che scoprono di sentirsi attratti da persone del loro stesso sesso, ai loro amici e compagni di scuola, alle loro famiglie, agli insegnanti e al mondo che li circonda. Se gli uni sono confusi sul loro orientamento sessuale, gli altri sono disorientati nella loro parte di genitori, di educatori e di vicini di casa.
È fondamentale intervenire, a partire proprio da noi che ci occupiamo di benessere psichico, per mettere in atto pratiche formative fondate sul confronto e sul rispetto. La cultura del pregiudizio, intesa come coltivazione di un germe virale, e le azioni di isolamento che ne conseguono, se ignorate o misconosciute, vanno a colpire tutte le minoranze e le diversità.
Senza considerare che siamo tutti di una stessa razza: umana.